Descrizione
La chiesa, dedicata alla Beata Vergine, si dice che sia stata edificata dall'imperatore Costantino e consacrata da papa Silvestro I. La leggenda intorno alla nascita della chiesa è, come accade spesso, intrecciata alla realtà storica dell'epoca e si arricchisce di fascino e mistero.
Il nome Mentorella ha, secondo gli studiosi, diverse origini, tra cui riportiamo le due più plausibili: dalla Torre Morella, fortilizio altomedioevale non più esistente; dal generale goto Wult, che convertitosi al Cristianesimo a Montecassino si ritirò successivamente in questo sito, che da lui trasse il nome il Wultvilla, volgarizzato, attraverso vari passaggi (Vultvilla, Vultuilla), in Vulturella e poi Mentorella.
La storia del sito si accompagna con quella di Guadagnolo; il Santuario fu proprietà dei Monaci di Subiaco fino al tardo secolo XVI, quando lo lasciarono e ad essi subentrarono i Gesuiti. A questo ordine appartenne fino al 1879 e poi, dopo alterne vicende, di nuovo ai Benedettini, finché nel 1857 il papa Pio IX non lo concesse ai Padri Resurrezionisti Polacchi, ai quali ancora oggi appartiene.
Già nel XIII secolo, Claro vescovo di Tivoli lamentò le cattive condizioni in cui versava il Santuario, pregando i fedeli di provvedere al suo decoroso mantenimento con somme di denaro. Nel 1390 risulta tra l'altro che la chiesa e il convento vennero di fatto abbandonati, forse per un breve periodo.
Il grande rinnovamento del complesso monastico si ebbe nel XVII secolo, ad opera del gesuita Atanasio Kircher, che dal 1660, con l'aiuto economico dell'imperatore Leopoldo I d'Austria e di molti altri principi tedeschi, restaurò la chiesa e il convento e l'abbellì di molte immagini dipinte. Tra queste di un certo interesse sono la decorazione della cappella di S. Silvestro, la prima a destra, con storie relative al Santo affrescate dal pittore Antonio Rosati da Vicovaro e le storie di S. Eustachio nela cappellina omonima, che sorge sulla rupe che sovrasta la chiesa.
Padre Atanasio Kircher fu anche un insigne studioso del luogo; a lui si deve una ÒHistoria Eustachio-MarianaÓ edita nel 1665, in cui si narrano le origini e le vincende storiche relative al Santuario. Fin dal 1664, il Kircher stabilì di solennizzare la festività annuale il 29 settembre.
Ancora oggi il Santuario della Mentorella, il più antico santuario mariano d'Italia e forse d'Europa, è meta abituale di fedeli, che salgono a deporre le loro preghiere ai piedi della Vergine. La facciata della chiesa mostra una grande semplicità architettonica: è adornata da due finestrelle e nel mezzo, sopra il portale d'ingresso, si apre un ovale, con pilastrini a raggiera sormontati da un archivolto a sesto acuto, impostato su capitelli di piccole colonne pensili.
L'interno è a tre navate e la travatura è scoperta. La navata centrale è più alta e vasta delle laterali, divise tra loro da grandi archi a sesto acuto, schiacciati e larghi, sorretti da grossi pilastri rettangolari. Un grande arco separa la navata di mezzo dal presbiterio. Le navate laterali terminano con due piccole cappelle. Nel mezzo del presbiterio si eleva un grande ciborio, che posa su un grande altare marmoreo di costruzione moderna. Quattro esili colonne coronate da capitelli di semplice fattura sorreggono un architrave quadrilatero. Su questo un attico poligonale ad un piano, composto di piccole colonne, sorregge la cupola a forma di piramide ottagona, sormontata dalla lanterna e dalla croce (secolo XIII).
Nel ciborio è racchiusa la statua della Vergine, in legno, alquanto più piccola del naturale. Essa è seduta in cattedra, nell'atto di sorreggere sul ginocchio sinistro Gesù, che la guarda teneramente e l'abbraccia. L'opera deve essere attribuita ad una bottega romana del secolo XII. Su una parete della piccola cappella a sinistra del coro è appesa una tavola di quercia a due ante. La parte superiore è decorata da intagli, quella inferiore da piccoli alveoli. Il bassorilievo della parte superiore si divide in due composizioni. In una è rappresentato l'interno di un tempio, dove si svolge una solenne cerimonia religiosa: innanzi ad un altare cubico, il pontefice Silvestro I compie la cerimonia della consacrazione della chiesa; vi assistono un diacono e due accoliti. Nel paliotto dell'altare si legge la data della consacrazione: 23 ottobre. Nell'altra parte del bassorilievo è rappresentato il cervo con l'immagine di Cristo fra le corna e vi è inciso il nome dell'intagliatore: Guilielmus. Le due tavole, ora sovrapposte, sembra che facessero parte di un altare (XII secolo).
ll Santuario segreto di Papa Giovanni Paolo II "Sono venuto a cantare il Magnificat". La prima uscita da Roma di Giovanni Paolo II è stata un pellegrinaggio. Il Papa si è recato proprio al Santuario della Mentorella, dove già altre volte, affascinato dalla bellezza del luogo, era salito a piedi per raccogliersi in preghiera.
"In occasione dei miei soggiorni a Roma, ho spesso visitato il Santuario della Madonna della Mentorella...
Leggiamo nel Vangelo di S. Luca che Maria, dopo l'annunciazione si recò tra le montagne per visitare la sua parente Elisabetta. Arrivata ad Ain-Karin, mise tutta la sua anima nelle parole del cantico, che la Chiesa ricorda ogni giorno nei Vespri: "L'anima mia magnificat il Signore". Ho desiderato di venire qui, tra queste montagne per cantare dietro le orme di Maria il "Magnificat...". Questo luogo mi ha aiutato molto a pregare. È perciò anche oggi ho desiderato venire qui. La preghiera, che in vari modi esprime il rapporto dell'uomo col Dio vivo, è anche il primo compito e quasi il primo annuncio del Papa ". Per salutare il Santo Padre alla Mentorella, 29 ottobre 1978 sono pervenute circa 20 mila persone dove la maggioranza erano la gioventù e scout.
Anche oggi il Santuario per essere sempre una attiva antenna di trasmissione della Buona Novella, offre a fedeli, pellegrini e turisti sale per i ritiri spirituali e camere per il riposo fisico.
Dopo la visita del Papa al Santuario della Mentorella si è intensificato il movimento dei pellegrini da tutto il mondo che vengono "dietro le orme di Maria per cantare il "Magnificat".
Diversi gruppi vengono per passare la giornata in preghiera e meditazione approfittando dell'aria buona e del silenzio che aiuta a stare tra le braccia della Madre e ricaricarsi per affrontare la vita, tornando a casa pieni di pace e della Grazia di Dio.
Diversi i restauri realizzati della chiesa e della struttura del convento con nuovi servizi per meglio accogliere i pellegrini.
Il Santuario, durante il Grande Giubileo del 2000, è stato la mèta di diversi pellegrinaggi giubilari delle parrocchie, vari gruppi religiosi e laici, associazioni di vario genere. Il tempo del Grande Giubileo è stato, come 100 anni fa, di aiuto nella preparazione del Centenario dell'Incoronazione della statua della Madonna delle Grazie della Mentorella.
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